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La singolare storia dei jeans

Lunghi o corti, larghi o slim che siano, i jeans non vanno mai fuori moda! Questo capo, per noi così usuale, in realtà non è un’invenzione moderna ma risale al 1800, quando sia gli ingegnosi marinai genovesi sia il tedesco Löb Strauß, poi americanizzato Levis Strauss, confezionarono dei resistentissimi pantaloni da lavoro. I genovesi utilizzarono i teli blu in denim o fustagno genovese, adoperati per le vele delle navi, da cui ne è derivano il nome classico di “blue jeans”. “Blue” è riferito al colore e “Jeans” a “Genes”, termine con il quale all’epoca venivano appellati i Genovesi.
Sebbene l’idea sia italiana, il successo intramontabile si deve a Levis Strauss che a metà ‘800 ne realizzò il modello da uno spesso telone da carro, pensandolo come resistente pantalone da lavoro per i minatori californiani. Il modello più vicino a quello da noi conosciuto fu confezionato nel 1871 con l’aggiunta dei classici rivetti in rame, per noi vezzosi abbellimenti, il cui scopo originario era quello di rinforzare i punti maggiormente soggetti a strappi ed usura, come ad esempio le tasche, particolarmente sollecitate e riempite dai cercatori d'oro e dai minatori. Due anni dopo, nel 1873, ottenne il brevetto.
Fino alla Seconda Guerra Mondiale, i jeans sono stati sempre considerati come indumenti da lavoro. Solo negli anni ’50 spopolarono in Europa, diventando subito un capo di tendenza, adorato dai giovani ed osannato nei caldi anni ’60-’70 come simbolo della contestazione giovanile.
Nei decenni successivi le case di moda ce li hanno propinati davvero in tutte le salse ma non ne abbiamo mai abbastanza. E’ forse l’unico capo che, con i dovuti accorgimenti, non passa mai di moda e si può considerare un vero e proprio passepartout in ogni occasione.

Modello Boot cut ==> http://goo.gl/q4zuuA

Annunziata Parisi
GC Team

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