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Vintage: che passione!


“La moda va consumata subito. Il meglio che possa accadere a un abito è di essere indossato, non di finire in un museo” (Karl Lagerfeld)


L’estroso Lagerfeld si è espresso in questi termini circa la “vita” di un abito, auspicando un percorso intenso e distante dalle ante chiuse di polverosi armadi e dalle luccicanti teche dei musei che espongono prestigiose ed inamidate vesti di epoche lontane.
Nel pieno rispetto di questa visione, da tempo, ormai, capi ed accessori considerati “vintage” sono tornati in auge, diventando dei veri e propri “must have” non solo per teenagers modaiole ma anche per donne più mature e sofisticate, affascinando addirittura gli uomini più esigenti. Questo gusto, che mira all’unicità ed alla ricercatezza, è diventato tanto pervasivo da determinare una sorta di tendenza, definita “neo vintage” o “new vintage”, volta alla molteplice reinterpretazione di pregevoli elementi del passato.
Le case di moda e gli stilisti, infatti, propongono da qualche anno numerosi modelli e tessuti di manifattura contemporanea ma d’ispirazione “retrò” come tipico di questo stile. I termini “retrò” e “vintage” vengono, talvolta, usati come sinonimi ma hanno delle precise e diverse accezioni.
Vintage” deriva dal francese antico “vendege” (vendemmia) sulla base del latino “vindemia” con chiaro riferimento ai vini d’annata dalle squisite qualità organolettiche. Il termine è stato, successivamente, ampliato nella polisemia e riferito a molteplici prodotti e contesti diversi da quello vinicolo con un chiaro e netto intento elogiativo. Nel ambito della moda, definisce il valore intrinseco di un capo che è stato prodotto almeno vent’anni prima del momento attuale, includendo anche elementi ascrivibili a secoli passati.
Non bisogna assolutamente confondere “vintage” e “second hand” poiché il capo o il manufatto vintage non vive solo una “seconda vita” ma è dotato di per sé di uno spiccato valore in termini di qualità, materiali, unicità, raffinatezza, fattura, significato culturale, sociale, politico ed estetico del suo tempo: è quasi un pezzo di storia e di alta fattura che si indossa con orgoglio e consapevolezza.
Il termine “rétro”, invece, si riferisce e si ispira ad un particolare periodo, riproponendo capi, tessuti, lavorazioni ed elementi realizzati mediante tecniche e lavorazioni recenti. In ciò consiste, appunto, la netta differenza con il “vintage”, per cui un capo ed un accessorio moderno, anche se d’ispirazione retrò, non sarà mai definito “vintage”.
Qualsiasi siano le vostre preferenze ed attitudini estetiche in fatto di moda, siano esse retrò, vintage o semplicemente “second hand”, tenete ben a mente che “La moda passa, lo stile resta” (Coco Chanel).

Testo a cura di Annunziata Parisi

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